Per molti videogiocatori il primo decennio del nuovo millennio aveva definito uno standard all’apparenza irraggiungibile. Erano gli anni della PlayStation 2, ancora oggi ricordata come una delle console migliori della storia soprattutto per la qualità eccelsa dei titoli rilasciati. Final Fantasy X, Shadow of the Colossus, Grand Theft Auto San Andreas, Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty e Metal Gear Solid 3: Snake Eater, giusto per citare qualche esempio, erano titoli mastodontici con un denominatore comune: la loro natura single player.
Per i videogiocatori dell’epoca, lo sforzo narrativo fatto dalle case di sviluppo era una fonte di fortissima attrazione in grado di tenere utenti di ogni età incollati allo schermo e regalare emozioni uniche. A distanza di quasi vent’anni la situazione sembra però essere cambiata e il mercato videoludico pare aver trovato i suoi nuovi sovrani: i giochi multiplayer.
La decisione di EA di chiudere Visceral Games, risalente a 4 anni fa, sembrava già una prova inconfutabile. Parliamo infatti di un team di sviluppo che ha dato vita a un cult come Dead Space e che all’epoca stava lavorando a un nuovo capitolo di Guerre Stellari (arrivato comunque qualche anno dopo con Star Wars Jedi: Fallen Order), fortemente incentrato sulla componente narrativa. Purtroppo, Electronic Arts ha deciso di non investire sul progetto ritenendolo troppo distante da quelle che sono le necessità dei videogiocatori di oggi.
Non è certo un caso che i videogiochi più giocati del momento siano tutti fortemente improntati sul multiplayer. Parliamo ad esempio di FIFA, sviluppato proprio da EA, ma anche di Fortnite, Call of Duty e League of Legends senza però escludere Valheim, che nel primo mese di vita ha venduto 5 milioni di copie.
Il successo di questi titoli non è però nato da un giorno a un altro. Anzi, è perfettamente in linea con l’evoluzione socio-culturale degli ultimi anni. Gran parte della nostra vita si è spostata online. Più che andare al cinema si tende a utilizzare servizi di streaming online, più che andare in ufficio si preferisce lavorare da casa e lo stesso vale per i giochi da casinò. Da qualche anno a questa parte, infatti, l’utenza preferisce di gran lunga giocare sulle slot gratis gallina, allettata anche dalla comodità di poter giocare da casa.
Ma non finisce qui. Se i titoli multiplayer spadroneggiano da anni le ragioni sono molteplici. In primis, c’è da considerare la forte componente interattiva che li caratterizza. Giocare in multiplayer è spesso un’occasione per divertirsi in compagnia, magari con amici o conoscenti con cui collaborare nel mondo virtuale. Inoltre, questi giochi offrono a tutti la possibilità di instaurare legami che spesso vanno “al di là dello schermo”. In poche parole, i titoli multiplayer hanno la straordinaria capacità di fare sentire i videogiocatori parte di qualcosa.
Allo stesso tempo, non è da sottovalutare il lato competitivo di questi media. Spesso e volentieri i videogiochi multigiocatore beneficiano del PvP (Player versus Player), ovvero una o più modalità in cui è possibile sfidarsi vicendevolmente. Questo elemento rappresenta inoltre la base del recente successo degli eSports, che si stanno affermando sempre di più nel panorama internazionale.
Nonostante alcuni casi eccezionali degli ultimi anni (tra tutti le esclusive Sony God of War e The Last of Us), il single player sembra aver fatto ormai il suo tempo, come testimoniato dalle scelte aziendali di realtà come EA. Il pubblico, sempre più alla ricerca di un determinato tipo esperienza di gioco, ha quindi fatto la sua scelta sancendo la “vittoria” dei videogiochi multiplayer.