Sabato 22 marzo, alle ore 17.30, all’ADI Design Museum, l’ultimo appuntamento (a ingresso libero) del ciclo di incontri legati alla straordinaria produzione culturale di Gianni Sassi, sarà dedicato a Milano Poesia, il festival di poesia, musica, video, performance, danza e teatro che rappresentò uno spartiacque nel mondo della cultura milanese segnandola profondamente.
Non un semplice omaggio ma l’occasione per lanciare – nel Mese della Poesia voluto dalla redazione Cultura/la Lettura del Corriere della Sera – un nuovo e coraggioso progetto: Milano Poesia/Futura.
Ne parlerà Antonio Troiano responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera e de la Lettura che ha promosso l’iniziativa, in dialogo con Aldo Colonetti, curatore della mostra Gianni Sassi. Gioia e Rivoluzione (che si conclude sabato) e Mario Giusti, che con Sassi e Antonio Porta curò la manifestazione Milano Poesia.
Protagonisti della serata, anche in diretta streaming su Corriere.it, saranno tre poetry slammer: Filippo Capobianco, vincitore della Coppa del mondo di poetry slam nel 2023; Martina Lauretta, che si è distinta come campionessa Sicilia ed Emilia-Romagna nel 2022; e Francesca Pels, vincitrice del primo poetry slam in tv, in collaborazione con Zelig.
Non «che cosa è la poesia – ma – dove e quando è poesia?» – secondo le regole del poetry slam (o poesia performativa) poeti non si nasce ma si diventa, e chiunque può essere poeta per una sera, senza il bisogno di alcun tipo di certificati accademici. Lo spettatore è chiamato a partecipare ad uno spettacolo interattivo in cui i confini tra le arti vengono superati. Questo succederà anche nella serata di sabato 22 marzo, dove i poetry slammer nella prima parte si esibiranno con poesie a tema Milano, nella seconda parte invece, dedicata all’improvvisazione, si sfideranno come ad un vero incontro di poetry slam, dove il pubblico decreterà i vincitori.
Il poetry slam rappresenta un momento di incontro e inclusività, in cui il palcoscenico diventa lo spazio per condividere l’idea, anche solo per il breve tempo di una serata, che la poesia possa influire il nostro modo di concepire il mondo.
Proprio negli anni in cui nacque il poetry slam, con la prima edizione di Milano Poesia nel 1984 la poesia andava in scena sfidando le leggi dello spettacolo tradizionale, anche in Italia. Versi ma anche performance e danza: dare più spazio agli interpreti e un corpo alla parola, sembrava essere il modo più giusto per farla vivere a teatro, con tutta la sua forza, proponendo una spettacolarità diversa che non sempre il poeta è in grado di offrire, e scardinando le regole del teatro così come veniva inteso. Milano Poesia svolse un ruolo inedito per il panorama delle iniziative culturali: regalava alla città un appuntamento annuale con la ricerca artistica internazionale, in cui la poesia era il punto di riferimento per tutte le altre discipline – danza, musica, pittura, teatro, e tutto quello che comunemente viene definito arte. Al festival si incrociavano grandi poeti, poeti emergenti, voci importanti del contesto culturale milanese, ospiti internazionali, videomaker e musicisti e rappresentava un momento unico per scambiare conoscenze, progetti, informazioni.
La poesia è “ottimista” e nessuno la può uccidere. Ecco perché ri-nasce Milano Poesia/Futura.
La poesia è viva anzi, vivissima e per la prima volta, dall’ultima edizione nel lontano 1992, torna in scena. Corpo e parola, parola e corpo, proprio come li aveva immaginati Sassi, uniti e inscindibili: la poesia del corpo viene messa al servizio della parola poetica e la restituisce al pubblico in tutta la sua forza. La parola è cantata, recitata, improvvisata, danzata, ancora una volta. Questa sarà Milano
Poesia/Futura.
Milano Poesia/Futura incarna una necessità e la speranza che in un mondo globalizzato e veloce in cui perdersi è facilissimo, si possa ancora imparare (o reimparare) a pensare liberamente, fuori dagli schemi imposti dalla società. La Milano Poesia di Sassi, poneva «l’immaginazione al potere», nel cuore delle questioni sociali, come unico mezzo capace di pensare la crisi del mondo dell’epoca, là dove gli altri discorsi – scientifico, religioso, amministrativo – avevano fallito. Il poeta, nella visione di Sassi, si configura soprattutto come un inventore di linguaggio che osa pensare l’impensabile e dire il non detto.
«Oggi più che mai il nostro piccolo mondo impazzito ha bisogno del cuore dei poeti, delle loro parole. La capacità di indicare nuove strade, orizzonti, ha scritto su la Lettura Antonio Troiano. Abbiamo bisogno di un nuovo linguaggio di parole non contaminate».
Durante l’evento sarà regalato al pubblico il volume di poesie di Alda Merini Le mie canzoni d’amore. Poesie scelte, a cura di Daniele Piccini ed edito dal Corriere della Sera.
Filippo Capobianco, nato a Pavia nel 1998, è attore di teatro, autore ed è laureato in Fisica all’Università di Pavia. Nel 2023 ha vinto la diciassettesima edizione della Coppa del mondo di poetry slam. Il suo primo spettacolo teatrale è Mia mamma fa il notaio, ma anche il risotto, che dal 2021 va in scena in teatri e locali di tutta Italia. Nel 2024 è uscito il suo primo libro: Le supernove non fanno rumore e tu tossisci a teatro? (Baldini+Castoldi)
Martina Lauretta, nasce nel 1998 a Ragusa. Nel 2019 si diploma come attrice presso la SDM – Scuola Del Musical di Milano. Nel 2021 scopre il circuito del Poetry Slam L.I.P.S., e si distingue come campionessa Sicilia ed Emilia-Romagna 2022 e come MC della Finale Nazionale 2023. Partecipa a spettacoli di prosa, musical, reading di poesie, concerti, sia a Milano che in Sicilia. Nel 2024 debutta Scampoli, spettacolo da lei scritto e interpretato. Alterna l’attività di performer a quella di operatrice culturale, organizzando eventi e laboratori poetici per bambini e ragazzi.
Francesca Pels, milanese a Milano, Francesca Pels resiste. Laureata in Lettere – in sanscrito – ha vinto il primo poetry slam in tv, in collaborazione con Zelig, ha rappresentato l’Italia allo Slam Internazionale, ora fa la maestra di cerimonia e prova a insegnare. Di recente ha curato per Rizzoli Giorni di versi, 366 poesie per un anno e portato sui palchi uno speech su dating app e fallimento, ma di lavoro cerca Roger Rabbit.