L’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, ci invita a riflettere sulla prevenzione del tumore al seno. La Breast Unit dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si conferma come un punto di riferimento cruciale nella cura di questa malattia, grazie a un approccio unico e multidisciplinare che mette la paziente al centro in ogni fase del percorso terapeutico. Per approfondire l’efficacia di questo modello, abbiamo chiesto a 9 esperti dell’INT come le nuove terapie e strategie stiano cambiando la cura di questa malattia.
- Qual è la peculiarità della Breast Unit dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano?
Risponde Dottor Secondo Folli – Direttore S.C. Chirurgia Generale Oncologica 3 – Senologia:
“La nostra Breast Unit si distingue per l’approccio multidisciplinare e integrato. Qui la paziente non è seguita da un singolo specialista, ma da un team che lavora insieme in modo sinergico. Ogni caso viene discusso collegialmente per definire il percorso terapeutico migliore. Inoltre i diversi specialisti incontrano la paziente nello stesso luogo e nello stesso momento, garantendo un dialogo costante e un percorso di cura più fluido ed efficace. È poi importante sottolineare che tutto il percorso è fruibile con il SSN e questo è un altro punto di forza”.
- Quanto è importante la presa in carico del paziente e cosa significa concretamente?
Risponde Dottor Giuseppe Capri – Direttore della Struttura Semplice di Oncologia Senologica:
“Crediamo che lavorare insieme alla paziente permetta di soddisfare e anticipare meglio i suoi bisogni e di favorire un confronto costruttivo tra i professionisti coinvolti. Per questo motivo è stato creato l’ambulatorio multidisciplinare della Breast Unit, che rappresenta la ‘casa’ della multidisciplinarità e il cuore dell’attività per la patologia mammaria, unendo tutti gli specialisti del settore. Questo ambulatorio si occupa della malattia in tutte le sue fasi, sia iniziali che metastatiche, considerando gli aspetti clinici, psicologici e sociali. Per affrontare al meglio la fase metastatica, è stato ideato il progetto Ancora, pensato per rispondere in modo mirato alle esigenze specifiche delle pazienti. Funziona come un Hub a cui sono collegati altri ambulatori, ciascuno dedicato a un aspetto specifico della patologia mammaria, come ad esempio gli effetti collaterali delle terapie ormonali, il supporto per la salute ossea, e gli ambulatori di ricerca. Questo modello ottimizza la presa in carico della paziente, evitando la necessità di visite multiple e sequenziali con diversi specialisti, garantendo così un percorso di cura integrato e continuo”.
- Quali sono le opzioni per le giovani pazienti che desiderano preservare la fertilità prima di iniziare le terapie oncologiche?
Risponde Dottoressa Valentina Chiappa – Dirigente Medico presso la S.C. di Chirurgia Ginecologica:
“Da anni collaboriamo con il Centro Fertilità dell’Istituto Regina Elena, Policlinico di Milano, in particolare con il Professor Edgardo Somigliana e la Dottoressa Francesca Filippi, per offrire alle pazienti oncologiche la possibilità di preservare la fertilità. Questo è particolarmente importante per le giovani donne con tumore al seno, poiché le terapie oncologiche possono compromettere la funzione ovarica. Fin dall’inizio del percorso di cura, valutiamo l’indicazione e la possibilità di conservare ovociti o più raramente tessuto ovarico, così da offrire alle pazienti l’opportunità di una futura maternità una volta completati i trattamenti o in una finestra di tempo che è possibile ricavare nel corso dei trattamenti”.
- Qual è il ruolo della diagnostica senologica nella Breast Unit?
Risponde Dottor Gianfranco Scaperrotta – Direttore della Struttura Semplice di Diagnostica Senologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano:
“La diagnostica senologica della nostra Fondazione opera costantemente in forte sinergia con le varie realtà professionali che si amalgamano nella nostra Breast Unit. L’unità si avvale di tutte le ultime tecnologie diagnostiche e di una strumentalizzazione all’avanguardia per individuare quanto prima possibile le lesioni mammarie e tipizzarle istologicamente in un programma di presa in cura della donna. Ha in essere molteplici studi scientifici per implementare le tecnologie diagnostiche e collabora a livello europeo nei progetti di sviluppo dell’intelligenza artificiale in campo senologico”.
- Quali sono gli aspetti innovativi della radioterapia dei tumori della mammella?
Risponde Dottoressa Laura Lozza – Radioterapista – Direttore Struttura Semplice Radioterapia dei Tumori della Mammella:
“La possibilità di discutere le singole situazioni cliniche all’interno del tumor board e incontrare le pazienti nell’ambulatorio multidisciplinare consente di inserire la radioterapia nel tempo più idoneo del percorso di cura della paziente. Schemi brevi di trattamento (5-15 frazioni) sono oggi realizzati con alta tecnologia ed elevata competenza. La radioterapia è ben tollerata e la sua efficacia si affianca a una migliore aderenza alla cura, supportata anche dal ridotto numero di accessi ospedalieri”.
- Come si affrontano le fasi più delicate della malattia, come le cure palliative?
Risponde Professor Augusto Caraceni – Direttore della Struttura Complessa di Cure Palliative, Terapia del Dolore e Riabilitazione:
“Uno degli errori più comuni è pensare che le cure palliative siano riservate solo alle fasi terminali. Grazie alla nostra organizzazione multidisciplinare, quando indicato, il passaggio dalle cure oncologiche a quelle palliative avviene in modo graduale e integrato, assicurando un accompagnamento continuo alle pazienti. Questo approccio precoce non solo riduce il senso di abbandono, ma migliora significativamente la qualità della vita, un obiettivo fondamentale tanto quanto la guarigione”.
- Quale ruolo svolge il supporto psicologico nel percorso di cura delle pazienti e quali strumenti vengono messi a disposizione per aiutarle ad affrontare le difficoltà?
Risponde Dottoressa Claudia Borreani – Psicologa, Dirigente SSD Psicologia Clinica:
“La struttura di psicologia offre alle pazienti la possibilità di avere un supporto psicologico durante il percorso di cura che le aiuta a valorizzare le loro risorse, affrontare le criticità, in particolare nella comunicazione con i figli, nella gestione di scelte lavorative e anche a mantenere una progettualità. Questo supporto può essere fornito sia con colloqui clinici ambulatoriali, sia attraverso piattaforme web che consentono di avere questo tipo di assistenza anche a persone che non vivono nella vicinanze dell’ospedale e che hanno difficoltà a integrare le cure nella quotidianità”.
- Qual è il ruolo delle tecnologie di imaging avanzate nella diagnosi precoce del tumore al seno, in particolare per le donne ad alto rischio?
Risponde Dottoressa Giovanna Trecate – Dirigente Medico presso il Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radioterapia, con Alta Specializzazione in Risonanza Magnetica della Mammella:
“Utilizziamo metodiche di imaging all’avanguardia, dalla Mammo-Ecografia alla Risonanza Magnetica Nucleare. Siamo stati i pionieri di questa metodica sin dalla sua nascita negli Anni ’90, quando ci siamo sentiti chiamati a far parte di un progetto avviato dall’Istituto Superiore di Sanità per la sorveglianza delle pazienti ad alto rischio di sviluppare un carcinoma mammario, quali le portatrici di mutazione dei geni BRCA 1 e BRCA 2. I risultati sono stati entusiasmanti, vista la reale possibilità della metodica di fare diagnosi molto precoce. Dal punto di vista diagnostico abbiamo quindi tutti gli strumenti necessari per far diagnosi approfondite, e aggredire quindi precocemente la malattia, migliorando indubbiamente la qualità della vita delle donne che si ammalano”.
- Quale messaggio volete trasmettere alle donne?
Risponde Dottor Andrea Antonuzzo – Direttore S.S.D. Oncologia Medica 4 – Cure di Supporto Internistico e Geriatrico: “La nostra struttura partecipa alla Breast Unit con la Geriatra, permettendo così di valutare tutte le pazienti anziane spesso con “fragilità”, dando loro la possibilità di intraprendere il percorso di cura come necessario. Siamo inoltre disponibili a gestire precocemente le tossicità che possono comparire durante i trattamenti oncologici, cercando così di ridurre il ricorso alle strutture territoriali di emergenza-urgenza”.
All’INT di Milano, l’innovazione è il motore dell’attività clinica. L’assistenza ai pazienti si affianca costantemente agli studi scientifici, garantendo loro accesso alle terapie più avanzate e sperimentali.