Negli ultimi tre anni post-pandemia il mercato immobiliare è sempre stato in evoluzione. I prolungati lockdown, l’avanzata dello smart working e l’inevitabile aumento della sensibilità verso il benessere abitativo hanno cambiato più o meno profondamente le preferenze di chi vuole acquistare o affittare una casa.
Quello che si nota nel 2025 è una domanda immobiliare sicuramente più attenta alla qualità della vita, che guarda cioè non solo alle dimensioni dell’immobile, ma anche alla funzionalità degli spazi, all’efficienza energetica e alla presenza di uno spazio esterno (giardino, terrazzo, o comunque uno spazio, anche piccolo, da adibire a orto, una passione sempre più diffusa).
A prescindere dall’evoluzione del mercato immobiliare, l’acquisto di una casa è per molte famiglie un vero e proprio “sogno” e per realizzarlo si fa spesso ricorso ad una forma di finanziamento in banca, generalmente un mutuo per la casa, che consenta di dilazionare l’investimento nel tempo.
A questo proposito, si ricorda che il mutuo banca è una forma di finanziamento che viene scelta non soltanto per l’acquisto di una prima o di una seconda casa, ma anche nel caso di importanti lavori di ristrutturazione e/o di efficientamento energetico.
I diversi prezzi a seconda delle aree geografiche
Secondo un recente rapporto pubblicato da Scenari Immobiliari, il 2025 registrerà un aumento complessivo del 5,7% nel numero di compravendite immobiliari, per un totale di circa 760.000 transazioni previste entro dicembre.
Si deve però sottolineare che la dinamica dei prezzi varierà a seconda delle aree geografiche: Milano continua a guidare il mercato con un aumento medio dei prezzi del 6,9%, seguita da Venezia (+6,5%) e Roma (+6%). Altre città come Napoli e Bologna cresceranno a ritmi più moderati, intorno al 5%.
Ovviamente, le città che attirano investimenti, innovazione e turismo registrano una maggiore domanda con conseguente aumento dei prezzi.
L’evoluzione delle esigenze abitative
Come detto all’inizio, il cambiamento più evidente nel mercato immobiliare rispetto al periodo pre-pandemia è relativo alla funzione dell’abitazione.
La casa non è più vista solo come un semplice luogo dove abitare quando non si è altrove, ma come uno spazio sempre più funzionale dove lavorare, studiare, divertirsi e rilassarsi. Questo nuovo modo di concepire l’abitazione ha inevitabilmente portato a una domanda di abitazioni più grandi, che abbiano almeno una stanza da utilizzare come ufficio (sempre più persone attualmente lavorano in smart working) e, possibilmente, con spazi esterni come balcone, terrazzo e giardino.
Questa tendenza ha favorito una certa crescita di richieste anche nelle zone periferiche delle grandi città e nei piccoli comuni, soprattutto nelle zone ben collegate al centro città. I motivi sono facili da intuire: costi minori al metro quadrato e una migliore qualità della vita.
I fattori macroeconomici che influenzano il mercato immobiliare
I principali fattori macroeconomici che influenzano il mercato immobiliare sono tre: i tassi di interesse dei mutui, il livello dell’inflazione e l’andamento dell’occupazione.
Com’è noto, dopo un lungo periodo in cui i tassi dei mutui tendevano al rialzo, la BCE ha iniziato un percorso che sta portando a una loro graduale riduzione rendendo così più accessibili i mutui casa.
L’inflazione è attualmente in calo, ma non è tornata ai livelli pre-pandemia. È comunque una variabile da tenere sotto controllo e sulla quale è difficile fare previsioni, visto il complesso quadro geopolitico attuale: la guerra Russia-Ucraina, il conflitto israelo-palestinese, la politica dei dazi USA e via discorrendo.
Se i redditi resteranno stabili, il mercato del credito resterà accessibile e l’occupazione non calerà, è probabile che il mercato immobiliare manterrà le previsioni di crescita.
Le previsioni per i prossimi anni
Secondo quanto riportato da RealAdvisor e da Notiziario Immobiliare, le prospettive per il mercato immobiliare italiano sono positive, pur all’interno di un contesto complesso come quello attuale. La crescita dei prezzi dovrebbe rallentare leggermente nel 2026 e 2027, con un assestamento attorno al 2-3% annuo.
Aumenterà l’interesse per immobili sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico, soprattutto se ci saranno incentivi pubblici. Le zone periferiche continueranno a beneficiare della diffusione dello smart working, una tendenza ormai consolidata per molte aziende.
Rimane la sfida, invece, per le grandi città che attualmente non sono molto accessibili economicamente per le fasce più giovani.