Una sentenza del 2019, dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ha stabilito che per le aziende europee quella della rilevazione presenze sul lavoro dei dipendenti non è una facoltà ma un vero obbligo per le aziende.
Insomma: ogni azienda, e non solo quelle che hanno un maggior numero di dipendenti (come le multinazionali) ma anche quelle con estensione ridotta, deve adottare un sistema affidabile, oggettivo e che permetta un effettivo funzionamento per monitorare la presenza dei lavoratori.
La Corte di Giustizia UE, insomma, con sentenza C-55/18 del 2019, ha stabilito che sussiste un vero e proprio obbligo per le aziende di tutti gli stati membri dell’UE, qualsiasi sia la loro dimensione, di adottare sistemi efficienti per la rilevazione della presenza del personale sul luogo di lavoro. Un sistema, questo, che la corte ha definito ‘indispensabile’ anche per poter stabilire eventuali ore di straordinario per il lavoratore e per poter definire, in modo univoco, i turni minimi per il riposo, sia su base giornaliera che su base settimanale.
Insomma, di fronte al caos del sistema di rilevazione presenze sul lavoro per cui in UE la maggior parte delle aziende fa un po’ quello che vuole, sarebbe opportuno adottare dei sistemi più avanzati, tecnologici e sicuri (ad esempio la timbratura virtuale) e fare dei passi avanti per poter garantire i diritti del lavoratore ma anche quelli del datore di lavoro.
La situazione italiana e la timbratura virtuale
Solamente negli ultimi anni si stanno diffondendo anche in Italia dei sistemi di rilevazione presenze sul lavoro basati sulla c.d. timbratura virtuale, che supera quindi la timbratura fisica con il codice o badge, effettuata in azienda.
Dati alla mano, comunque, sappiamo che ancora tante aziende in Italia non sono dotate di un sistema ‘effettivo, oggettivo, trasparente’ come richiede l’UE per la rilevazione presenze sul lavoro.
Tutto ciò mentre però il mondo del lavoro si innova e, volente e nolente, si assiste ad un uso sempre più massiccio del lavoro a remoto, o smart working. Questa modalità di lavoro, come anche quella del lavoro in trasferta o fuori sede, rende abbastanza complessa la registrazione degli orari di ingresso ed uscita e quindi il sistema della rilevazione presenze sul lavoro.
Ecco perché oggi servono delle soluzioni innovative ed alternative capaci di rendere il sistema di rilevazione presenze sul lavoro in Italia all’altezza delle nuove sfide che si presentano sul mondo del lavoro, sempre più digitale e remoto. Il badge, ovviamente, non supplisce a questo tipo di esigenze, ecco perché si parla di metodi alternativi come ad esempio la timbratura virtuale che sfrutta anche i dispositivi mobili dei dipendenti per poter garantire la timbratura con metodi ad hoc per il riconoscimento della persona che timbra. Si tratta di uno strumento di rilevazione presenze sul lavoro che permette di usare oggetti diffusi, come gli smartphone, per mezzo di sistemi di riconoscimento che garantiscono più sicurezza e che permettono la rilevazione presenze sul lavoro anche in caso di lavoro a remoto, e che poi hanno anche sistemi gestionali di rilevazione presenze sul lavoro come un semplice sistema basato su fogli excel come quello suggerito dal sito valeprog.it.
Sistemi semplici, innovativi e soprattutto anche meno costosi per le aziende. Già, perché la rilevazione presenze sul lavoro virtuale è sicuramente una soluzione che aiuta a risparmiare le aziende e non prevede gli stessi costi dei sistemi di timbratura fissa. Ecco perché si spera che nei prossimi mesi sempre più aziende decidano di investire su sistemi smart, economici ma sicuri per garantire la rilevazione presenze sul lavoro in maniera da rispettare la normativa sugli orari di lavoro.