Lasciare la congregazione dei Testimoni di Geova scatena davvero quella serie di discriminazioni che la trasmissione Zona Bianca sta denunciando con un ciclo di puntate su questa minoranza religiosa? L’ultima di ieri in quella che nel loro palinsesto sta diventando, dicono, un’inchiesta. ‘I Testimoni di Geova sono stati ingiustamente accusati di comportamenti e prassi distruttivi, e addirittura di commettere veri e propri reati. Queste affermazioni sono completamente infondate e diffamatorie, e danneggiano ingiustamente la reputazione di una comunità che opera con trasparenza e rispetto per la legge, come dimostrato dal riconoscimento ufficiale della Confessione ottenuto con il D.P.R. 783 del 1986. Questo significa che ha passato già da circa 40 anni il vaglio del ministero dell’Interno in merito alle proprie credenze e pratiche. Le nostre rettifiche non sono state lette integralmente e il conduttore del programma ha letto solo alcune frasi e le ha fatte commentare agli ospiti in studio, che hanno ridicolizzato e negato il contenuto’. Hanno risposto con queste parole all’agenzia Dire i Testimoni di Geova, interpellati su quanto la trasmissione Zona Bianca sta mandando in onda con una serie di puntate dedicate.
Gli ospiti chiamati a commentare inoltre non sarebbero affatto esperti, come ha tenuto a sottolineare Raffaella Di Marzio, psicologa delle religioni e direttrice del centro studi Lirec. ‘Nella puntata non sono stati interpellati esperti, ma persone della Chiesa cattolica. E questo finto stratagemma di invitare esperti acuisce l’ostilità perchè non si creano condizioni eque di dibattito (così come sul tema delle trasfusioni hanno chiamato a commentare un neuropsichiatra, per fare un esempio). Il nostro centro studi- ha ricordato- ha segnalato più volte quello che sta succedendo con la trasmissione Zona Bianca per il modo irrispettoso, discriminatorio e anche pericoloso con cui si parla dei Testimoni di Geova perchè potrebbe istigare all’ odio e la congregazione non è mai stata oggetto di processi penali per reati. Uno dei cavalli di battaglia della trasmissione è il racconto degli ex membri che sono andati via o sono stati mandati via. Riferiscono sofferenze ed ostracismo’.
Come stanno le cose davvero? Di Marzio, che a questo fenomeno ha dedicato anche un libro, spiega che ‘i testimoni di Geova usano la regola dell’allontanamento sociale per i peccati gravi e per chi decide di andarsene (cosa peraltro che nella Bibbia c’è). I nuovi apostati (cosi si chiamano in termini di fede) si sono rivolti anche ai tribunali- ha ricordato- per denunciare come questa regola andrebbe contro la legge perchè creerebbe abusi psicologici e non permetterebbe l’entrata e uscita libera dalla comunità. Ebbene ci sono invece decine di pronunciamenti, l’ultimo in Norvegia, che hanno stabilito che si tratta di una prassi legittima. La Corte di Appello in Norvegia ha detto che interrompere contatti non è violazione dei libero ingresso e uscita e non è una violazione del diritto dei minori’. Il nodo è tutto nel rapporto, affatto semplice, tra regola di fede, a cui si decide di appartenere, e diritti soggetti. ‘Avviene come una qualsiasi separazione’, ha specificato la docente dell’università di Bari Laura Sabrina Martucci, esperta di convertitismo e radicalizzazione religiosa. ‘Oggi può sembrare insolito, ma il bisogno di religiosità sta portando ad appartenenze molto strette e se queste sono scelte di fede adulta (come accade per i Testimoni di Geova il cui battesimo non avviene da infanti) possono includere rinunce e perfino l’auto-compressione dei diritti fondamentali. Inoltre, va detto che se l’appartenenza di una persona dovesse rappresentare uno scandalo la comunità può prendere provvedimenti che non hanno però una valenza civilistica. La comunità di fede preserva se stessa, in un bilanciamento tra diritti individuali e diritti della comunità. Se non mi sta più bene una regola devo allontanarmi, esercitare il mio ius poenitendi e subirne le conseguenze perché si rompe il rapporto di fiducia’, ha chiarito la docente che spiega anche come nel caso dell’allontanamento sociale previsto dai Testimoni di Geova permangano gli obblighi di assistenza.
‘Non vuol dire che l’individuo sia abbandonato- ha sottolineato l’esperta- la regola di fede prevede l’interruzione dei rapporti familiari con chi lascia o viene disaffiliato nel rispetto di quelli assistenziali a figli e disabili’. Diverso è se qualcuno commette dei reati. ‘In quel caso la legge supera il vincolo di fede’. Ma è indubbio che ‘le scelte religiose comprimono quasi sempre i diritti soggettivi. Se una madre non saluta piu un figlio, ma assolve al suo dovere assistenziale’ non c’è alcun reato. Ed è un comportamento che può essere compreso solo se letto sotto la lente della fede dell’autonomia confessionale riconosciuta a tutte le comunità religiose dalla Costituzione, dalle normative sovranazionali e dalle innumerevoli sentenze della Corte Edu’. E proprio su questo i Testimoni di Geova hanno parlato di una vera e propria ferita nella comunità vedendo accostate nei diversi servizi atti e reati eventuali di singoli, peraltro espulsi laddove accaduti, alla condotta di un’intera comunità. Più di tutti il presunto ‘abuso’ perpetrato sui bambini, o nelle forme di abusi e molestie sessuali (con alcuni episodi raccontati e collegati non ai singoli abusanti ma alla comunità), o nell’educarli a partecipare all regola della comunità di fede, prassi peraltro che appartiene a tutte le fedi, in primis ai cristiani cattolici che battezzano i figli neonati e prevedono catechismo dalle scuole elementari. ‘I Testimoni di Geova considerano gli abusi sui minori un reato aberrante e un peccato grave. La policy mondiale sulla protezione dei minori afferma chiaramente che gli anziani non proteggeranno nessuno che abbia commesso un tale atroce crimine dall’essere perseguito dalle autorità. Se vengono a conoscenza di un’accusa di abuso su un minore- hanno spiegato alla Dire- gli anziani della congregazione possono denunciare la cosa alle autorità secolari, anche se non richiesto dalla legge, soprattutto nel caso in cui un minore sia in pericolo di abusi, anche se c’è un solo denunciante e nessun’altra prova. Esperti internazionali di tutela dei minori hanno confermato che i Testimoni di Geova sono un’organizzazione sicura per i bambini e che la loro policy e le loro pratiche di tutela dei minori ‘riflettono un forte impegno per la protezione dei bambini e sono una delle pochissime religioni che hanno una procedura religiosa per determinare se un aderente (incluso un laico) accusato di abuso sessuale su minori debba essere allontanato dalla congregazione o se la persona possa continuare a farne parte’.
Suona strano questo accanimento con il dramma della pedofilia in seno alla Chiesa cattolica e agli scandali dell’omertà che hanno visto vittime non credute e sacerdoti responsabili protetti e spesso spostati di parrocchia in parrocchia. Molte dolorose storie lo confermano. ‘Inoltre, i Testimoni di Geova ripudiano la violenza in tutte le sue forme e incoraggiano i genitori a mostrare amore cristiano nell’educare i propri figli. Se un Testimone battezzato viola abitualmente il codice morale della Bibbia essendo violento e non si pente, verrà rimosso dalla congregazione. Le pubblicazioni dei Testimoni di Geova affermano chiaramente che il responsabile della violenza non è mai chi la subisce. Eventuali testimonianze contrarie, qualora fondate, hanno natura esclusivamente privata e familiare e non hanno alcun collegamento con la confessione dei Testimoni di Geova’, hanno sottolineato. ‘Le accuse di un piccolo gruppo di ex Testimoni scontenti e di rappresentanti di movimenti anti sette sono state trasmesse acriticamente, contribuendo a creare a un clima di pregiudizio e intolleranza contro la nostra comunità religiosa- hanno denunciato- C’è la volontà di far passare gli oltre 250.000 Testimoni in Italia, e per estensione i quasi 9 milioni nel mondo, come vittime di un sistema di manipolazione e controllo. Questa accusa non solo è grave e assurda, ma anche offensiva nei confronti della confessione in sé e di tutti i suoi fedeli, che esercitano liberamente il proprio diritto alla libertà di credo e religione’. I giornalisti inviati della trasmissione sono entrati liberamente nelle sale del Regno a fare riprese (spesso camuffando la telecamere e dicendo di non farle) e domande. ‘Nelle riprese si evince il senso di fiducia delle persone che vivono la sala del regno: apertura, disponibilità nessuna segretezza. E del resto il sito ufficiale, jw.org, è disponibile in oltre 1.000 lingue. In Italia ci sono circa 1.000 Sale del Regno aperte al pubblico, dove tutti sono i benvenuti. La sede nazionale è visitabile prenotando un tour. I Testimoni di Geova sono presenti in tutte le città e le località d’Italia con i loro espositori e la loro opera di evangelizzazione. Le nostre attività sono volontarie e gratuite, e siamo aperti nei confronti di chi non condivide la nostra fede con la massima trasparenza e il desiderio di uno scambio costruttivo e rispettoso’, hanno ribadito smentendo il clima di sospetto e segretezza che la trasmissione Zona Bianca ha voluto trasmettere.
Ma perchè questo accanimento? ‘L’intesa dei Testimoni di Geova è come un fantasma e nessuno sa cosa ne è stato. Si sono rivolti all’Europa che ha chiesto chiarimenti all’Italia, ora che sono stati superati i nodi della loro obiezione di coscienza al servizio militare (visto che abbiamo il servizio civile e l’obbligo di leva è venuto meno) e il no alle trasfusioni (avendo ora il consenso informato)’: questo è sicuramente un tema a cui prestare attenzione. Magari la ricerca del clic, dice Di Marzio, o il voler nascondere altre notizie. ‘Noi come centro studi riceviamo decine lettere email e post privati di testimoni danneggiati sotto diversi punti di vista da questa trasmissione. Qualcuno con tanta fede reagisce ricordando che la Bibbia dice che i cristiani sarebbero stati perseguitati: non ci ha fermato Lenin, Hitler o Putin, dunque non ci fermerà mediaset’, ha evidenziato Di Marzio. Si assiste al pericolo di criminalizzare una minoranza religiosa, anche solo banalmente perché la si conosce poco. ‘Lo Stato non può intervenire sulle regole religiose interne, a meno che non diventino fonte di danni civili o violazioni penali. In generale, prevale la libertà delle comunità religiose di organizzarsi autonomamente. I singoli individui, se non sono più in accordo e sintonia con i precetti religioso-comportamentali, possono sempre esercitare il loro diritto di recesso, lasciando la comunità, ma devono accettare le conseguenze di esclusione previste’ e a loro già note sin dal principio. ‘Il sistema di ostracismo dei Testimoni di Geova è una prassi religiosa interna, non perseguibile legalmente, perché legata alla libertà di religione e associazione, tutelata sia dalla Costituzione italiana sia dalle norme europee’, ha spiegato ancora la docente Martucci. E dunque costruire una campagna d’odio su questo oltre che sbagliato in sè, può generare un pericolo reale. Lo dice chiaro Di Marzio: ‘Questa narrazione attecchirà sui parenti, sui vicini dei Testimoni di Geova e sui loro figli che vanno nelle scuole pubbliche e potrebbero avere ostilità e sospetto. Con questa campagna d’odio contro una fede si sta istigando ad un abuso sui minori’.
Fonte Agenzia Dire