Ospite della nostra redazione è il direttore Roberto Dell’Acqua fondatore de “Il Giornale del Ricordo” che ci parla della nascita del suo giornale.
“Donne, uomini e bambini non devono scomparire senza ricordo”
Rosa: La storia si evolve, partorisce novità, mutamenti scientifici e se c’è una cosa che non va dimentica è la memoria del defunto. Perché questa scelta di raccogliere memorie di cari scomparsi, che hanno lottato nelle guerre, che hanno cambiato l’assetto politico, hanno dato un tocco allo spettacolo e hanno evoluto lo sport ti incuriosisce, a tal punto di raccogliere scritti?
Roberto: La curiosità di leggere i necrologi dei quotidiani mi ha portato a creare ilgiornaledelricordo.it. .Donne e uomini di ogni latitudine hanno fatto la grande storia: quella della nazioni, dell’arte, dell’economia, della musica, della politica, della ricerca scientifica, dello spettacolo, dello sport. Accanto alla grande storia, però, esiste una storia più piccola, più quotidiana che ci coinvolge direttamente: la NOSTRA storia, quella dei rapporti familiari, dei piccoli magici momenti che rendono la vita importante, degna di essere vissuta, quella che ci ha costruiti come persone e, grazie alla quale, siamo quello che siamo. È di questa piccola storia che “il giornale del ricordo”si occupa, raccogliendo la memoria delle tante persone che ognuno di noi ha incontrato e da cui è stato segnato. Accanto al filone della memoria c’è lo spazio dedicato al lutto, alla morte; parole che nella nostra civiltà risultano, ai più, impronunciabili. Eppure la morte è parte dell’esperienza umana e l’atteggiamento che abbiamo nei confronti di questo evento condiziona il nostro vivere e i rapporti con gli altri.
Rosa: In che anno è stato fondato questo giornale?
Roberto: “il giornale di ricordo” è stato fondato dal 26 aprile 2016 – è un giornale online e un sito di nicchia. La redazione è composta da giovani tenaci, autentici ricercatori di notizie. Le memorie, infatti, vanno cercate e, con certosina opera maieutica, estratte dal cuore delle persone. Capita, spesso, che riaffiori in noi il ricordo di una persona cara – o di un amico a quattro zampe – che ha fatto parte della nostra vita, affinché questi ricordi non vadano perduti li raccoglie e li condivide con i visitatori del sito. È una testimonianza dell’amore che ci ha legato ai nostri affetti e alla bellezza di chi abbiamo incontrato nella vita.
Rosa: Ti dedichi ad altro nella tua vita privata oltre a essere il direttore di questa testata?
Roberto: Gioco a tennis nel tempo che mi resta a disposizione e, vivendo in Sardegna a mezz’ora dalle meravigliose spiagge del Golfo di Orosei, vado spesso al mare in ogni periodo dell’anno.
Rosa: Ha una distribuzione e un appoggio dottrinale?
Roberto: No, nessuna distribuzione o appoggi editoriali, anche se ho insegnato religione a Milano nelle scuole medie, negli istituti professionali e nei licei ma – quando nel 2009 ho pensato a questa iniziativa editoriale – ho creduto che la vita di una persona scomparsa sia riassunta meravigliosamente nella regola delle 5 W del giornalismo anglosassone. Chi era il defunto, cosa ha fatto, quando, come e dove.
Rosa: Cosa vorresti dire ad ogni persona che ha perso un caro? E cosa pensano i preti?
Roberto: Con Giovanni Schiavo, che cura la comunicazione del sito, siamo consapevoli che nessuna parola può consolare la perdita di una persona cara. Quando il lutto è in fase di superamento può essere utile contattare “il giornale di ricordo” per dare un tocco imperituro alla vita passata dello scomparso.
“E infine, invitiamo i lettori e coloro che hanno perso un caro a leggere testimonianze, e non solo possono partecipare con un racconto di trenta (30) righe per ricordare la vita e il sorriso di chi non c’è più”.
È di questa piccola storia che ilgiornaledelricordo.it si occupa, raccogliendo la memoria delle tante persone che ognuno di noi ha incontrato e da cui è stato segnato.
MEMORIE DI CARI
Forrest Custer Smithson, correva con la Bibbia (1884 Portland – 1962 Contea di Contra Costa) di Anna Isabella Sanna. Forrest Custer Smithson è stato un atleta statunitense, campione di atletica leggera. Primeggiò nella gara dei 110 m ostacoli ai Giochi olimpici di Londra del 1908, portando il record mondiale della specialità a 15″0. Divenne famoso anche per la notizia secondo la quale, a Londra, gareggiò impugnando una Bibbia per protestare contro la decisione di disputare la finale la domenica. Ma tale avvenimento è da ritenersi inventato, in quanto non risulta dai programmi delle manifestazioni e non ci sono giornali che citino tale avvenimento. Probabilmente l’origine di questa storia è una foto che lo ritrae in corsa con la Bibbia in mano, tale foto però fu realizzata dopo la gara. Il suo ardore agonistico e la sua fede tenace lo portarono, a gare olimpiche concluse, a diventare prete.
Daniela Dessì, soprano sopraffino 1957-2016 di Anna Isabella Sanna. Daniela Dessì termina gli studi di canto e pianoforte al Conservatorio Arrigo Boito di Parma, specializzandosi poi in canto da camera presso l’Accademia Chigiana di Siena. Comincia la carriera di concertista, interprete di musica sacra e debutta in palcoscenico nel 1979 ne “La serva padrona” al Teatro dell’Opera Giocosa di Savona. L’anno dopo vince il Concorso Internazionale di voci nuove “Maria Callas” indetto dalla Rai, e si esibisce, piano piano, sui palcoscenici di tutto il mondo con un repertorio che comprende circa 70 titoli da Monteverdi a Prokofiev, spaziando dal repertorio barocco, mozartiano e belcantista ), per arrivare alle grandi interpretazioni delle eroine verdiane, pucciniane e veriste. Tra le collaborazioni di maggior interesse, quella al Teatro alla Scala di Milano con Riccardo Muti (“Don Carlos”, “Falstaff”, “Requiem” di Verdi, “Così fan tutte” e “Nozze” di Figaro) e in altre produzioni scaligere (“Adriana Lecouvreur”, “Madama Butterfly”, “Tosca”, “Otello”); alla Staatsoper di Vienna con Claudio Abbado (“Simon Boccanegra”, “Don Carlos”, “Tosca” e “Aida”); al Metropolitan di New York con James Levine (“Pagliacci”, “La Bohème” e “Andrea Chénier”); alla Deutsche Oper di Berlino con Giuseppe Sinopoli (“Aida”, “Requiem” di Verdi); al Teatro Comunale di Bologna con Daniele Gatti.
Rosa Santoro