Un teatro gremito e un programma denso di contenuti hanno contraddistinto il terzo anniversario della Fondazione Carlo Mendozzi. Più che una ricorrenza è stata un’occasione per riaffermare il valore della cultura come strumento di coesione e socialità.
Sergio Galzigna, segretario e anima della Fondazione, ha tracciato un bilancio di questi tre anni di attività, sottolineando la volontà di “costruire cultura come messaggio sociale”.
La serata è nata come naturale prosieguo dell’iniziativa “Note di Memoria”, progetto promosso dalla Fondazione presso la Casa Albergo di Salerno. In quell’occasione, alcune ospiti avevano condiviso le proprie esperienze di vita da emigrate di ritorno, in tarda età nella loro città natale. Storie intime, spesso sommerse, che la Fondazione ha raccolto in un libro per dare voce a una memoria collettiva. Così, la Fondazione prosegue sul tema dell’emigrazione attraverso uno sguardo culturale e sociale. Parole, musica e testimonianze si sono intrecciate per raccontare non solo il viaggio fisico, ma anche quello interiore di chi parte, sogna, torna o resta nel ricordo.
A rafforzare questo tema, l’intervento del prof. Adalgiso Amendola ha offerto una lectio magistralis sulle migrazioni passate e contemporanee, con un’analisi lucida e documentata. La sua conclusione è stata netta: accogliere l’altro non è un atto di carità, ma un atto di civiltà.
Poi il viaggio si è spostato in Venezuela, grazie al racconto del prof. Giuseppe D’Angelo, che ha riportato al centro le storie dimenticate di chi emigra in cerca di speranza. Un momento di grande intensità, che ha mostrato il lato emozionale di uomini e donne che hanno abbracciato la speranza per partire verso una vita migliore.
La musica ha fatto il resto, con il maestro Di Capua al pianoforte e la voce potente di Marina Bruno che hanno regalato al pubblico un’esperienza emotiva profonda. Brani scelti con cura, da Santa Lucia lontana a Caruso, hanno raccontato il tema del distacco e del desiderio di ritorno in una lingua universale: quella della musica.
“In questi tre anni abbiamo dimostrato che la cultura può essere strumento di cambiamento reale“, ha dichiarato a conclusione dell’evento Sergio Galzigna, segretario della Fondazione. “Non celebriamo solo un anniversario, ma la forza delle idee, della memoria condivisa e dell’impegno concreto nel costruire comunità inclusive e consapevoli. La Fondazione Mendozzi è, e continuerà a essere, un ponte tra persone, storie e visioni.”