Giuseppe Scognamiglio, ex Presidente del Circolo degli Esteri, desidera fornire alcune riflessioni sul lavoro svolto durante il suo mandato e sull’evoluzione del Circolo.
Sotto la sua presidenza, il Circolo ha rafforzato il proprio ruolo di centro di dibattito sugli scenari internazionali, registrando una significativa crescita della base associativa. “Quando sono stato eletto, il Circolo stava attraversando una fase critica, con una perdita annua di 50 soci e una base associativa ridotta a 1.700 membri. Abbiamo quindi deciso di ampliare la partecipazione, includendo diplomatici stranieri, dirigenti pubblici, manager, imprenditori e opinion maker con una visione internazionale. Grazie a questa apertura, in due anni abbiamo accolto 400 nuovi soci, superando la soglia dei 2.000 iscritti. Questo ha permesso di raccogliere risorse per ammodernare le strutture e abbassare l’età media dei membri da 73 a 57 anni, garantendo così al Circolo una nuova prospettiva di sostenibilità e attrattività”.
In passato sono circolate notizie infondate riguardo a presunti procedimenti legali nei confronti di Scognamiglio. Su questo punto, l’ex Presidente ha voluto ribadire con fermezza: “La Procura di Roma ha confermato l’infondatezza di qualsiasi azione giudiziaria nei miei confronti. Purtroppo, alcune informazioni errate diffuse a mezzo stampa hanno cercato di screditare sia la mia persona che un’istituzione storica per Roma e per la diplomazia italiana”.
Il lavoro di rilancio del Circolo è stato ampiamente sostenuto dai soci e dal Consiglio direttivo: “Sono certo di aver dato il mio contributo in questi anni, ricevendo il sostegno della stragrande maggioranza dei soci e del Consiglio, che ha condiviso la mia visione”.
Giuseppe Scognamiglio, dopo tre anni di presidenza del Circolo, ha scelto di non ricandidarsi, “Sono orgoglioso di quanto fatto in questi tre anni, lasciando un Circolo più dinamico e aperto con la consapevolezza che resterà un punto di riferimento nel dibattito internazionale su tematiche cruciali come il rapporto tra l’Italia e il resto del mondo, tra democrazie e regimi autoritari, tra guerra e pace.”