Prezzi lievitati e dipendenti con sempre meno diritti? Allora niente acquisti, almeno per un giorno. Negli Stati Uniti si è svolta un’iniziativa di protesta chiamata “Economic Blackout“, promossa dal movimento The People’s Union Usa.
IL BOICOTTAGGIO
Venerdì scorso questo movimento ha invitato i consumatori a non effettuare alcun acquisto per 24 ore, sia online che nei negozi fisici, come forma di boicottaggio contro l’aumento dei prezzi e contro politiche aziendali ritenute ingiuste. L’obiettivo è dimostrare il potere dei consumatori all’interno dell’economia, sollecitando una maggiore responsabilità da parte delle grandi corporazioni e del governo.
I cittadini sono invitati a non fare acquisti nelle grandi catene, evitare ordini online e spese per fast food e carburante. Se proprio si devono fare acquisti, si suggerisce di comprare presso i piccoli negozi locali e le piccole imprese.
John Schwarz, fondatore del movimento, ha dichiarato in un video su Instagram: “Quando, quattro settimane fa, ho deciso di organizzare questa iniziativa, credevo che soltanto qualche centinaio di follower l’avrebbero messa in atto. Ma adesso, in tutta la nazione, milioni di persone stanno con noi”. E ancora: ”We, the people, are the economy”.
La protesta affonda le sue radici in un contesto di crescente insoddisfazione da parte dei consumatori statunitensi per l’aumento del costo della vita e per l’inflazione persistente: si avverte la richiesta di una maggiore giustizia sociale e un boicottaggio, anche di un solo giorno, potrebbe inviare un messaggio significativo alle grandi aziende.
L’ECONOMIC BLACKOUT TOUR, LE AZIENDE TARGET
“The Economic Blackout” è stata solo la prima tappa di un calendario di appuntamenti all’insegna dell’anticonsumismo che John Schwarz rilancia dal suo Ig: il gruppo Amazon di Jeff Besos è il prossimo target del boicottaggio programmato per la settimana dal 7 al 14 marzo prossimi. Seguiranno poi altre “no logo” week con obiettivi dal calibro dei Nestlè, Wallmart e- l’immancabile- McDonalds.
Fonte Agenzia Dire