Una presentazione ad un suo libro di poesie, dal titolo “Aspettando l’Alba”.
Indipendentemente da una qualsiasi indagine filologica sull’Opera prima di Giancarlo Vittoli e sui così detti modi tecnici di leggere i suoi testi, mi sembra possa valere che, anche per forma e stile, questo giovane poeta barese, con notevole propensione per la musica, esprime, come ragione di conoscenza le tante dicotomie della realtà, del vissuto è, con esse la sua stessa tensione emotiva di fronte a ogni invenzione di una realtà diversa.
La parola, il verso è, e diventano per Giancarlo, un modo altro per leggere il mondo, per segnare dentro di sé quello che di anima-pelle vive, muto, si rinnova, giorno dopo giorno, dall’osservatorio della sua crescente maturità.
Attraverso la parola, il verso questo giovane autore attende l’alba e, con essa “l’Universo, quel silenzio frontale dove eravamo già stati”, in ascolto di un passato, che non ritorna che per frammenti, disvelando o cercando di disvelare, con il suo stesso candore giovanile, un mondo di convenzioni e abitudini, a spirando a un ideale di società diversa, principio di speranza, magari, di un’ isola utopica sulla quale”Aspettando l’Alba” abbia la possibilità di dare libero corso alla fantasia e al sentimento e con essi recuperare la facoltà intellettive dell’uomo per molto tempo rimaste incapsulate da comportamenti prefabbricati.
Appena undici i testi poetici raccolti in questa “Opera prima”ed accompagnati da illustrazioni di altrettanti giovani artisti pugliesi, ma abbastanza sufficienti, dopo un’attenta lettura, per comprendere il bisogno di Giancarlo di avviare un’analisi introspettiva di quello che è e resta dentro di sé, in quello spazio non percettibile, che è la sua anima, attraverso l’osservazione filtrata da una paziente, seria riflessione e attraverso l’osservazione filtrata da una paziente, seria riflessione e attraverso la parola, il verso impresso sulla carta nella emblematicità di architetture scoperte all’improvviso,mai manipolate ma, piuttosto, sempre istintivamente tese a una “musicalità”.
Questa presentazione al Poemetto di poesia, del giovane e valido autore Giancarlo Vittoli, è stato scritto, dalla sottoscritta, nel lontano anno 2000.
Anna Sciacovelli