Ideato e diretto da Chiara Giordano dal 20 luglio al 15 settembre, nel suo ampio cartellone ospita artisti internazionali ed esclusive con una grande attenzione generale al profilo femminile.
L’apertura il 20 luglio è con Dee Dee Bridgewater.
Si prosegue: il 26 luglio con la voce del fado Dulce Pontes che arriva con il suo ensemble, il 2 agosto con Shine Pink Floyd Moon, la nuova rock opera che il coreografo e regista cresciuto al fianco di Maurice Bejart Micha van Hoecke dedica ai Pink Floyd e alla Luna nei cinquant’anni dall’allunaggio, e due produzioni liriche I pagliacci e Tosca (rispettivamente 9 e 23 agosto).
Il 27 luglio ci sarà un progetto speciale dedicato a valorizzare, per la prima volta con attività spettacolistica strutturata, il Museo all’aperto MuSaBa (Mammola- Rc) nei cinquant’anni dalla creazione e i novant’anni del suo creatore Nik Spatari, pittore, scultore, architetto che ha frequentato e collaborato con i grandi del Novecento come Picasso, Le Corbusier, Cocteau, Ernst.
Infine, dal 13 al 15 settembre la prima attesissima esecuzione italiana dello spettacolo Since She che la nuova stella della coreografia mondiale Dimitris Papaioannou ha creato per il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. Dalla scomparsa della Bausch nel 2009 è una presenza rarissima della sua compagnia nel nostro paese. Un vero e proprio evento. In realtà, il festival dedicherà un’intera settimana alla grande coreografa tedesca nel decennale della sua morte: proiezioni, incontri, workshop e molto altro dal 9 al 15 settembre.
Armonie d’Arte Festival 2019, che si dipana tra il Parco Nazionale di Scolacium a Borgia, il Parco archeologico di Locri, il Teatro Politeama di Catanzaro e il fantasmagorico Museo MuSaBa di Mammola, ha ospitato in diciannove edizioni artisti come Riccardo Muti, Zubin Mehta, Pat Metheny, Wayne Shorter, Nicola Piovani, Wynton Marsalis, Svetlana Zacharova, David Garrett, Joaquin Cortes tra tanti altri, ricevendone anche lusinghieri riconoscimenti.
Obiettivo, raccontare la bellezza declinandola tra i tesori architettonici dell’antichità e mostrare la voglia di riscatto della Calabria migliore, attraverso una programmazione che coniuga il profilo internazionale e l’attenzione al territorio, la ricerca e l’innovazione, il linguaggio classico e quello contemporaneo, conciliando diversità e contrasti, peraltro tipici dell’identità meridionale.