Bari 22 Ottobre, una gita fuori porta, progettata e realizzata con esperienza e finalizzata alla scoperta di luoghi e di siti quasi sconosciuti ai più.
Le nostre organizzatrici e guide, due simpatiche signore, Nietta e Tiziana Turi, che hanno progettato e guidato i nostri passi verso luoghi, che per pigrizia e superficialità, spesso non vengono presi in considerazione, con sicurezza, esperienza e maestria hanno aggiunto alle nostre conoscenze, luoghi non sconosciuti, ma spesso, non presi in giusta considerazione per una gita.
Le mete scelte, la città di Ripacandida, laghi di Monticchio, l’antica città Melfi, per la Sagra della Varola.
Una qualità di castagna particolare la Varola, chiamata anche Marroncino di Melfi, un salto autunnale, nelle ottime gastronomie delle città Lucane.
La partenza abbastanza presto, ci porta alla prima tappa del nostro percorso, la cittadella di Ripacandida, una visita al Santuario Diocesano, Chiesa di San Donato Vescovo e Martire. Chiamata da tutti “La piccola Assisi” costruita sulla preesistente “antichissima chiesa detta del Salvatore”, citata per la prima volta nei documenti storici del 1152 (Bolla di Papa Eugenio III) nelle Rationes Decimarum del 1325, dove si afferma, che la chiesa dipendeva dalla mensa Vescovile di Rapolla, per descrivere il tesoro, che abbiamo visitato, sarà mia cura scrivere un’ altro articolo.
La seconda tappa, un punto d’incontro presso Monticchio Bagni, un ottimo punto di sosta presso il “Ristorante da Fulvio”, un Agriturismo Pizzeria, attrezzato di tutto punto, che ha dimostrato di conoscere bene l’arte dell’accoglienza e di essere all’altezza di competere con altri ristoratori, accogliendo con garbo e sapienza culinaria, palati difficili, come quelli dei cittadini Baresi.
Da sottolineare, l’accurata preparazione dei piatti particolari e l’abbondanza del cibo, che con particolari accostamenti, hanno reso di buon gusto ogni portata, non trascurando di mescere del buon vino l’ Aglianico ai buongustai.
Durante tutto il pranzo, la chitarra suonata con professionale valenza, dal proprietario, che con una ampia esperienza musicale, non si è fermata un sol momento, facendo compagnia all’ugola d’oro, del Patron e ristoratore della sede sig. Fulvio, che con la sua voce tenorile, ha allietato i commensali, con musiche e canzoni antiche e moderne.
Dopo i rituali saluti al proprietario, signor Fulvio abbiamo ripreso la strada, verso la bella e altera città di Melfi, località dove si respira il profumo dell’Aglianico, di 12 gradi, che fermenta nelle antiche grotte, da dove si spande, un profumo che inebria l’aria, un cielo chiaro prerogativa di una soleggiato e sereno pomeriggio, ci da il benvenuto, le vie del borgo del territorio, si mostrano in tutta la loro bellezza.
Sul colle, la possente mole del Castello Normanno, sembra un miraggio, si presenta in tutto il suo splendore. Melfi conquistata nel 1043 da Gugliemo Bracciodiferro, passato poi a Roberto il Guiscardo, nominato Duca delle Puglia, nel 1231, anche l’Imperatore Federico II di Svevia, decide di soggiornare con la sua corte presso il castello, appartenuto agli Svevi, agli Angioini, ai Caracciolo ed infine ai Doria.
Tra i vicoli, trasonne e slarghi, del borgo antico notiamo i prodotti della fertilissima terra: il Peperone di Senise, i Fagioli di Sarconi, Caciocavallo Podolico, Pecorino canestrato, una vetrina, dove la merce è visibile all’aperto, con la genuinità di sempre.
Non mancano, mostre di pittura e di artigianato locale, il mercatino dell’usato e dell’antiquariato che presentando oggetti ormai introvabili, diventa unico.
Tutto questo in una città, dove nel dedalo delle strette stradine e meandri dell’antica Melfi, abbiamo ritrovato le antiche radici delle dinastie succedutesi, nei secoli.
Una Giornata fuori porta, conclusasi con un sentito arrivederci alla prossima gita
Anna Sciacovelli