In caso di adozione da parte di genitori dello stesso sesso, la dicitura ‘padre’ e ‘madre’ andrà sostituita con la parola ‘genitori’. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione che, con la sentenza 9216/2025, ha respinto il ricorso del ministero dell’Interno contro la decisione della Corte d’Appello di Roma di disapplicare il decreto ministeriale del 31 gennaio 2019, sostenuto dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Per la Corte infatti è “discriminatorio e illegittimo privare il minore di un documento d’identità che non sia rappresentativo della sua reale famiglia e di come essa sia composta”. La sentenza ha scatenato come prevedibile, reazioni politiche dalla maggioranza all’opposizione.
ZAN (PD): CASSAZIONE METTE FINE A CROCIATA IDEOLOGICA GOVERNO
“La sentenza della Cassazione è storica e mette un punto fermo: la tutela dei diritti di tutti i figli è prioritaria. Negare a una bambina o a un bambino un documento d’identità che rappresenti ‘le legittime conformazioni dei nuclei familiari’ è una violazione grave e discriminatoria. In sostanza è illegittimo scrivere sulla carta d’identità ‘madre’ e ‘padre’ quando la realtà familiare è costituita da due genitori dello stesso sesso, tramite il ricorso all’adozione per casi particolari. Si infrange così contro la realtà, la crociata ideologica portata avanti dalla destra nei confronti delle famiglie arcobaleno, con l’imposizione della dicitura del 2018 di Matteo Salvini e con i vari ricorsi dell’attuale ministro dell’interno Piantedosi. Una retorica ipocrita, cavalcata anche da Giorgia Meloni, che ha usato i diritti di tante bambine e tanti bambini per pura speculazione politica. Il decreto di Salvini era vergognoso per un paese civile, Piantedosi lo ha difeso fino all’ultimo con l’assenso di Meloni, mentre alcune famiglie italiane venivano umiliate negli uffici dei nostri comuni. La destra si riempie la bocca di parole vuote a difesa dei minori e delle famiglie, ma la giurisprudenza oggi conferma il contrario: c’era una precisa volontà discriminatoria. Andiamo avanti con ancora più forza nel portare avanti la nostra battaglia per la piena uguaglianza, per un pieno riconoscimento dei diritti di tutte le famiglie. La destra al governo vuole cancellare la realtà a colpi di decreto, accecata dall’ideologia e dall’odio. Non glielo permetteremo”. Così in una nota Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale del Pd ed europarlamentare.
MAGI: CASSAZIONE METTE FINE A DISCRIMINAZIONI SALVINI SU FAMIGLIE
“Salvini al ministero dell’Interno era anche questo: una crociata senza senso contro le inesistenti parole ‘Genitore 1’ e ‘Genitore 2’ sui documenti che aveva fatto sostituire con ‘Padre’ e ‘Madre’ a costo, diceva lui, di essere un ‘troglodita’. Bene, ci sono voluti anni ma la Cassazione ha finalmente messo fine ad una norma nata solo per discriminare. Perché sui documenti dei bambini ci sarà scritto solo “genitore” proprio nel interesse di tutte e tutti loro, di tutte le famiglie. Perché genitore è chiunque ami i propri figli, troglodita è chi discrimina”. Lo scrive sui suoi canali social il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
RAVETTO (LEGA), CANCELLATI MAMMA E PAPÀ, NON CI ARRENDEREMO MAI
“La Cassazione cancella mamma e papà, che per fortuna sono irrinunciabili per la natura e il buonsenso. Non ci arrenderemo mai”. Così la deputata della Lega Laura Ravetto, responsabile del dipartimento Pari opportunità del partito.
Fonte Agenzia Dire