Agli scavi di Santa Croce, vicino al Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, a fine marzo erano stati segnalati “centinaia di rospi smeraldini (Bufotes viridis)”, specie protetta, il cui gracidare era stato identificato “con sicurezza da esperti”. Gli anfibi erano giunti lì probabilmente perché gli scavi di Santa Croce erano allagati, e quindi “nell’incuria”, quegli scavi però “regalavano un’inaspettata lirica urbica al cospetto dei monumenti paleocristiani tra i più sacri e preziosi al mondo”. Peccato che pochi giorni dopo “l’acqua dagli scavi è stata aspirata, e con tutta probabilità anche le centinaia di rospi. Una strage“. A denunciarlo è Italia nostra Ravenna aggiungendo che “gli scavi sono stati svuotati dalle acque presumibilmente a causa dello zelo spazzino che in questi giorni travolge la città per la visita di illustri ospiti“, cioè i reali inglesi Carlo III e la regina Camilla e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che domani saranno in visita in città.
Ora, “nonostante qualcuno possa sorridere, il rospo smeraldino è specie particolarmente protetta” da una legge regionale del 2006, “ed è elencato in appendice II della Convenzione di Berna e appendice IV della Direttiva Habitat”, evidenzia l’associazione. Dunque la sua uccisione è “un reato, con sanzioni per svariate migliaia di euro”. E se Italia nostra è convinta che i rospi non debbano abitare vicino agli scavi di Santa Croce, “se per qualche motivo vi sono finiti, non possono essere uccisi, come probabilmente accaduto, ignorando le leggi”. Si tratta di “un episodio sconcertante che verrà segnalato e che mostra incuria, degrado e scarsa conoscenza a tutti i livelli, sia del patrimonio archeologico che di quello ambientale”. Tra l’altro “pare che gli scavi si stiano nuovamente allagando”.
Fonte Agenzia Dire