Al teatro Duse, è stata rappresenta una farsa in due atti, dal curioso titolo “Le tentazioni di don Antonio” autore Michele Diomede.
Un anziano abate gesuita, alle prese di un lavoro, non facile da gestire, primo storiografo della storia di Bari, alle prese con date, fatti, ricorrenze, grandi e piccoli avvenimenti, di una città in continua espansione storie, che si rincorrono fatti che si accavallano non offrendo tregua al povero don Antonio.
Oltre alle beghe, di far quadrare gli avvenimenti della Città, della sua precaria salute, con acciacchi che si manifestano a ogni piè sospinto, don Antonio, ha altre beghe da disbrigare, con gli elementi della sua servitù, che guarda caso, sono tre sorelle, con tre orientamenti diversi e modi di comportarsi, vicini ma contrari.
La sua mente, oscilla spesso e volentieri, è la demenza senile galoppante, che lo costringe a chiedere agli altri, il proprio sapere e pensiero, ma continua ossessivamente nello studio della “Vita di San Nicola”, e che per la pubblicazione del suo libro, attende con impazienza solo il benestare.
Un testo teatrale ambientato nel lontano 1630 è stato rappresentato in questi ultimi giorni, presso il teatro Duse, “ Le Tentazioni di Don Antonio”, testo di Michele Diomede.
La commedia si sviluppa e avviluppa, attorno alla figura di un anziano gesuita, Don Antonio Beatillo, il quale dedito alla storiografia della città Bari è tentato diverse volte dal diavolo.
La Commedia è in costume, ambientata a Bari negli anni 1630, si sviluppa attorno alla figura del primo storiografo della città e autore di un libro su San Nicola da Mira.
L’abate Don Antonio, non molto anziano ma afflitto da molti acciacchi e tra i tanti malesseri, ogni tanto si affaccia spesso e volentieri, qualche sintomo di demenza senile, crisi che lo tormenta quotidianamente, a ogni piè sospinto, nasce un dubbio, che lo assale e lo tormenta, non lo facendolo vivere serenamente, anche se trascorre la propria vita in famiglia, accudito da tre attivissime serve.
Lo spauracchio del non ricordo e di un lessico non più chiaro, come sempre lo sconvolge, giorno dopo giorno, legge e rilegge i suoi scritti, nel timore di non avere il permesso di pubblicazione, specialmente ora, che attende con impazienza il nulla osta, per la pubblicazione della sua corposa ricerca sulla “Vita di San Nicola”.
Spesso le voci di dentro, non lo lasciano in pace e la mente vacilla costantemente, nell’indecisione se assecondare o no il turbinio dei propri pensieri, che lo assillano continuamente, seduto alla sua scrivania, l’abate non trova pace e si dibatte nell’incertezza di sempre.
Don Antonio Beatillo, nonostante la sua devozione per il Santo Patrono, ha le infinite debolezze di un uomo comune tanto, che quando si presenta il demonio in persona a cercare la sua anima, il povero prelato dovrà fare i conti con se stesso, per resistere alle tentazioni diaboliche e salvare le tre serve di casa, minacciate dalla voglia, di un usuraio senza scrupoli.
Per la riuscita di questa farsa hanno partecipato e dato il loro apporto e bravura: Gianluca Schettino, Adele Saracino, Daniele de Bartolo, Donatello Rapanelli, Dina Lorusso, Mariella Lorusso, Rosa Ungaro, Rosario Palladino. La regia affidata a Gianluca Schettino, Coreografa Federica Capriolo, Luci e audio Giacomo Burdi e Daniele Capriulo, Consulenza linguistica Prof. Nicola Cutino.
Anna Sciacovelli